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Testi Complementari
La storia
Preghiera Ave Maria
Preghiera ispirata all’Annunciazione dell’Arcangelo Gabriele alla Madonna (Lc 1, 28b) e al saluto di Santa Elisabetta, quando riceve la visita della Beata Vergine a casa sua (Lc 1, 42b). Nell’anno 431 d. C., il dogma della maternità della Madre di Dio è stato definito alla fine del Concilio di Efeso, da Papa San Celestino, che inginocchiandosi salutò la Madonna con queste parole: “Santa Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen”. Questo saluto diventò la seconda parte dell’Ave Maria.
Padre Nostro
Preghiera insegnata da Gesù (Lc 11, 1-4 / Mt 6, 9-13) in risposta alla richiesta di uno dei suoi discepoli, affidando così alla Chiesa quella che è diventata la preghiera cristiana principale. Nella preghiera del Padre Nostro, le prime tre richieste hanno per obiettivo la gloria del Padre: la santificazione del Suo Nome, l’avvento del Regno ed il compiersi della volontà divina. Le quattro che seguono concernono la nostra vita, per nutrirla o guarirla dal peccato e si riferiscono alla nostra lotta per la gloria del Bene sul male.
Litanie della Madonna
La parola Litania proviene dal greco e significa supplica. Tuttavia, fin dall’inizio della Chiesa, fu usata per indicare non qualunque supplica, ma quelle che erano pregate insieme dai fedeli che andavano in processione nelle varie chiese. Ci sono molte litanie della Madonna, però la più nota è la “Litania Lauretana” o “Loretana”, così chiamata per essere diventata popolare nel Santuario di Loreto, in Italia, dove fu solennemente cantata per la prima volta il 10 dicembre 1531, diffondendosi gradualmente in tutto il mondo.
Dopo l’introduzione della Litania, ci sono tre invocazioni in cui pronunciamo il nome della Vergine (Santa Maria) e ricordiamo i suoi principali attributi: l’essere Madre di Dio e Vergine delle vergini. Poi ci sono tredici invocazioni in onore della Maternità della Madonna ed altre sei in onore della sua Verginità, oltre a tredici attributi, quattro invocazioni alla sua misericordia, e dodici invocazioni a lei in quanto Regina gloriosa e potente.
Ufficio dell’Immacolata Concezione della Vergine Maria
Scritto in Italia nel quindicesimo secolo dal francescano Bernardino da Busto ed approvato dal Papa Innocenzo XI nel 1678, l’Ufficio della Madonna è un atto di lode e di ringraziamento alla Vergine Maria, Madre di Dio, per la sua Immacolata Concezione (dogma della Chiesa proclamato l’8/12/1854 dal Papa Pio IX). Può essere cantato o recitato tutto in una volta o seguendo la liturgia delle ore, per esaltare la santità dell’Immacolata Concezione. Si dice che quando si recita l’Ufficio dell’Immacolata Concezione, la Vergine Maria si inginocchi nel cielo, intercedendo per coloro che la venerano. Nella riforma del Concilio Vaticano II, Papa Paolo VI ha concesso l’indulgenza plenaria a coloro che recitano con fede l’Ufficio dell’Immacolata Concezione.
La preghiera del Credo
Il Credo fu costituito dagli apostoli e dai loro primi successori, affinché il popolo cristiano si ricordasse dei principali punti della fede cattolica rivelati da Gesù Cristo. Questa preghiera è composta da tre parti. All’inizio si riferisce alla Prima Persona Divina ed all’opera mirabile della creazione. Quindi menziona la Seconda Persona Divina ed il Mistero della Redenzione degli uomini; ed infine la Terza Persona Divina, fonte e principio della nostra santificazione. Recitare con fede il Credo significa entrare in comunione con Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo. Significa anche entrare in comunione con tutta la Chiesa, che ci trasmette la fede in cui crediamo.
Salve Regina
L'origine di questa preghiera è attribuita al monaco Germano Contratus, che, cominciando la sua composizione intorno all'anno 1049, non riuscì a terminarla a causa della sua morte, quando stava scrivendo: “E mostraci, dopo questo esilio, Gesù”. La conclusione di questa preghiera è stata scritta da San Bernardo nella metà del tredicesimo secolo nella città imperiale di Spira. Qui, predicando sulla Seconda Crociata, in un impeto d'amore fece tre genuflessioni con gli occhi fissi sull'immagine della Vergine Santa ed esclamò: “O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria!”, completando così la preghiera del monaco Germano. Queste parole furono incise su lamine di bronzo nel pavimento della Cattedrale e poi introdotte nella preghiera della Salve Regina.